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Geoparco


IL GEOPARCO DEL CILENTO E VALLO DI DIANO  
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è stato inserito quale Geoparco della European and Global Geopark Network il 01 ottobre 2010 a Lesvos

 

L’area del Parco Nazionale-Geoparco- è localizzata nella parte meridionale della Regione Campania, ai confini con la Basilicata e ricade interamente nella provincia di Salerno . Rispetto al territorio circostante il Parco mostra una forte peculiarità, derivante dalla sua estrema ampiezza ed eterogeneità. Verosimilmente per analoghi motivi, anche le caratteristiche ecologiche del territorio sono fortemente diverse, con la presenza di ambienti praticamente inalterati che si alternano ad aree modificate per lo sviluppo di centri abitati ovvero di aree densamente popolate come quelle costiere o vallive più ampie. Il Parco Nazionale, area protetta istituita nel 1995 in riferimento alla Legge 394/91, che, con i suoi 191.048 comprese le aree marine protette, rappresenta la prima area protetta italiana per estensione e la prima come popolazione, con circa 280.000 abitanti.Il territorio si estende tra la Piana del Sele a Nord, l’Autostrada A3 ad Est, il Golfo di Policastro a Sud e la fascia costiera tirrenica ad Ovest. (VEDI MAPPA)
 
 
L’estensione e la geodiversità del territorio del Parco trovano riscontro nella varietà di ecosistemi di elevato valore ambientale, naturalistico e paesaggistico. Infatti, sono diffuse specie botaniche esclusive di quest’area, come la primula di Palinuro (Primula Palinuri) e il garofanino rupestre (Dianthus rupicola), diffuse sulle falesie calcaree della costa meridionale, e come la coda di cavallo (Hippuris vulgaris) e l’equiseto variegato (Equisetum variegatum) rilevabili lungo le aree ripariali dei diversi corsi d’acqua. Ma anche tra gli animali questo territorio conserva delle specie di tutto rispetto, come il lupo (Canis Lupus) individuato nelle zone più inaccessibili degli Alburni e del Cervati, la lontra (Lutra lutra) che si rifugia nelle acque dei fiumi cilentani, la martora (Martes martes) e il gatto selvatico (Felis silvestris), osservati nei Siti di Interesse Comunitario più orientali (Monte Sacro, Monte Cervati, Centaurino e Montagne di Laurino), ed ancora altri che hanno trovato un ambiente ospitale non rilevabile altrove. Eccezionale è, inoltre, la presenza di testimonianze storico-culturali strettamente connesse al contesto fisico: basti pensare all’area archeologica di Paestum localizzata su di un esteso banco di travertino ed alla Certosa di Padula, alla base dei Monti della Maddalena, a cui si sommano una fitta trama di centri storici di indubbio interesse (quali ad esempio i borghi abbandonati di Roscigno Vecchio e di S. Severino etc.), di castelli, di vaste aree archeologiche (Velia, Roccagloriosa e Moio della Civitella), di chiese e luoghi di culto, spesso inquadrati in scenari di elevato valore paesaggistico ed ambientale, come nel caso del Santuario della Madonna di Novi sul Monte Gelbison. Tali peculiarità hanno già valso l’inserimento nel Giugno 1997, all’unanimità, del Parco nella prestigiosa rete delle Riserve della Biosfera (Programma MAB Man and Biosphere) dell’UNESCO, l’inserimento nella categoria del paesaggio in evoluzione (developing landscapes , Laserre 1999) e il nel 1998 riconoscimento quale Patrimonio Mondiale dell’Umanità, con l’inserimento del Parco tra i Siti UNESCO. Infine recentemente il Parco è stato inserito nel 2010 nella rete europrea dei Geoparchi (Aloia et alii 2010-2011). In tal senso, quindi, il Cilento costituisce un vero e proprio living landscape che, pur mantenendo un ruolo attivo nella società contemporanea, conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato, nell’organizzazione del territorio, nella trama dei percorsi, nella struttura delle coltivazioni e nel sistema degli insediamenti.  
 
 
 
 
 
logo del parco nazionale del cilento, vallo di diano e alburni
 
 
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